Saranno presenti all'evento il curatore Andrea Carloni e Riccardo Cepach, funzionario direttivo culturale presso il Joyce Museum di Trieste.
Vi attendiamo!
Il video che segue è estratto dall'incontro "Dialogo sull'Ulisse di Joyce", avvenuto il 2 settembre 2022 a Roma in Via Col di Lana in occasione della rassegna "Il mondo nuovo" organizzata da Mario Soldaini.
Giacomo Fornari ha condotto questa conversazione fra traduttori di Joyce: Enrico Terrinoni, Fabio Pedone e me, Andrea Carloni, parlando delle traduzioni dell'Ulisse per Bompiani, il Finnegans Wake per Mondadori e Musica da Camera per Castelvecchi.E' uscito oggi 28 ottobre 2021
"Chamber Music" / "Musica da Camera"
di James Joyce
A cura di Andrea Carloni
Postfazione di Enrico Terrinoni
Castelvecchi Editore
Per la prima volta
tradotta in forma poetica
in rima e metrica
Di seguito potrete trovare i video YouTube delle interviste del Ritratto di Ulisse. Si tratta di conversazioni con esperti e appassionati dell'Ulisse di James Joyce, che ringrazio ancora sentitamente uno per uno, per la loro disponibilità e i loro preziosi spunti di riflessione.
Tutte le interviste sono presenti anche in formato audio nel podcast su Spotify cliccando al seguente link: https://open.spotify.com/show/05nniQWDcnUfLNkUJ9LXWR
Gabriele Frasca. Joyce & Lacan: "L'uomo con la macchina da prosa"
Enrico Terrinoni, Fabio Pedone; Andrea Carloni. (S)Traduttori di Joyce
(video integrale nel canale "Il mondo nuovo 2022 - Vanni" al seguente link: https://youtu.be/wK5Ku2VsuZ )
Demetrio Paolin. Leggere l'Ulisse di Joyce
Maurizio Ferraris. Derrida & Joyce
John McCourt. La sua guida all'Ulisse
Enrico Terrinoni e Michele Ciliberto. Joyce e Giordano Bruno:
He raised his forefinger and beat the air oldly before his voice spoke.—Mark my words, Mr Dedalus, he said. England is in the hands of the jews. In all the highest places: her finance, her press. And they are the signs of a nation’s decay. Wherever they gather they eat up the nation’s vital strength. I have seen it coming these years. As sure as we are standing here the jew merchants are already at their work of destruction. Old England is dying.He stepped swiftly off, his eyes coming to blue life as they passed a broad sunbeam. He faced about and back again.—Dying, he said, if not dead by now.The harlot’s cry from street to streetShall weave old England’s winding sheet.His eyes open wide in vision stared sternly across the sunbeam in which he halted.—A merchant, Stephen said, is one who buys cheap and sells dear, jew or gentile, is he not?—They sinned against the light, Mr Deasy said gravely. And you can see the darkness in their eyes. And that is why they are wanderers on the earth to this day.On the steps of the Paris Stock Exchange the gold-skinned men quoting prices on their gemmed fingers. Gabbles of geese. They swarmed loud, uncouth about the temple, their heads thickplotting under maladroit silk hats. Not theirs: these clothes, this speech, these gestures. Their full slow eyes belied the words, the gestures eager and unoffending, but knew the rancours massed about them and knew their zeal was vain. Vain patience to heap and hoard. Time surely would scatter all. A hoard heaped by the roadside: plundered and passing on. Their eyes knew the years of wandering and, patient, knew the dishonours of their flesh.—Who has not? Stephen said.(James Joyce 1922)
Alzò il dito indice e sferzò l’aria con fare da vecchio, prima che fosse la sua voce a parlare.– Si ricordi di queste mie parole, Mr Dedalus, disse. L’Inghilterra è in mano agli ebrei. In tutte le posizioni più in alto: la finanza, la stampa. E sono loro la cifra del decadimento di una nazione. Ovunque si riuniscano, fagocitano la forza vitale di una nazione. Vi ho assistito in questi anni. Quant’è vero che siamo qui sia io che lei, sicuramente i commercianti ebrei si staranno già dedicando alle loro opere distruttive. La vecchia Inghilterra sta morendo.Si fece agilmente da parte, gli occhi che attraversando un ampio raggio di sole si coloravano di azzurra vitalità. Fece dietro front e poi tornò dov’era prima.– Morendo, disse, se non è ancora morta.Pianti di puttana, per ogni itinerarioAlla vecchia Inghilterra cuciranno il sudario.I suoi occhi sbarrati come presi da visione fissi e severi attraverso il raggio di sole in cui si fermò.– Un commerciante, disse Stephen, è uno che compra a buon mercato e vende a caro prezzo, ebreo o gentile che sia, non trova?– Hanno peccato contro la luce, disse Mr Deasy severo. E nei loro occhi è visibile l’oscurità. Ecco perché ancora oggi vanno errando su questa terra.Sulle scale della borsa di Parigi uomini dalle pelli d’oro indicanti quotazioni sulle dita ingemmate. Ciance da ochette. Sciamavano chiassosi, incivili per il tempio, le menti fitte di complotti sotto goffi cappelli di seta. Non i loro: quei vestiti, quell’eloquio, quei gesti. Gli occhi lenti e sporgenti mascheravano le parole, i gesti impazienti e inoffensivi, ma conoscevano i rancori ammassati su di loro e sapevano come il proprio zelo fosse vano. Vana pazienza di accumulare e ammucchiare. Il tempo avrebbe certamente disperso tutto. Un cumulo ammucchiato al ciglio della strada: depredato e scomparso. I loro occhi conoscevano l’errare di anni e, pazienti, conoscevano il disonore della propria carne.(...)– Solo un momento.– Sì, signore, disse Stephen, voltandosi verso il cancello.Mr Deasy si fermò, respirando pesantemente e trangugiando il respiro.– Volevo solo dirle, fece. L’Irlanda, si sa, ha l’onore di esser l’unico paese che non abbia mai perseguitato gli ebrei. Lo sapeva? No. E sa perché?Si accigliò severo all’aria luminosa.– Perché mai, signore, chiese Stephen, accennando un sorriso.– Perché non li ha mai fatti entrare, disse Mr Deasy solennemente.Una risata rigurgitante di tosse proruppe dalla gola trascinandosi una catena tintinnante di catarro. Si voltò indietro prontamente, tossendo, ridendo, con le braccia in alto a dimenarsi per l’aria.– Non li ha mai fatti entrare, gridò di nuovo tra le risate, nel calpestare coi piedi infilati nelle ghette la ghiaia del sentiero. Ecco perché.Sulle sue spalle sagge attraverso il disegno a scacchi delle foglie il sole scagliava perline, monete danzanti.(Enrico Terrinoni 2012 Newton Compton)