martedì 13 agosto 2019

#13 Lo specchio - parte II

Ritratto di George Dyer 
allo specchio
 Francis Bacon 1967

Buck Mulligan riferisce insinuazioni sulla salute mentale e fisica di Stephen Dedalus. Ma Stephen sembra essere più che altro interessato alla propria immagine riflessa nello specchio di Buck.

Per guardare questo video su youtube, clicca qui sotto:
https://youtu.be/kGZJlOkELQg

Ecco il testo in lingua originale del brano citato dall'Ulysses in questo video:
—I pinched it out of the skivvy’s room, Buck Mulligan said. It does her all right. The aunt always keeps plain-looking servants for Malachi. Lead him not into temptation. And her name is Ursula.
Laughing again, he brought the mirror away from Stephen’s peering eyes.
—The rage of Caliban at not seeing his face in a mirror, he said. If Wilde were only alive to see you.
Drawing back and pointing, Stephen said with bitterness:
—It is a symbol of Irish art. The cracked looking-glass of a servant.
(James Joyce 1922)
La lettura del brano originale è ad opera di Frank Delaney e tratta dal podcast ReJoyce:
https://blog.frankdelaney.com/re-joyce/

Ecco i testi delle traduzioni in italiano dall'Ulisse lette e citate in questo video:
– L’ho pizzicato nella stanza della sguattera, disse Buck Mulligan. Per lei va benissimo. La zia tiene sempre serve brutte per Malachi. Non lo indurre in tentazione. Si chiama Orsola.
Tornato a ridere sottrasse lo specchio agli occhi scrutatori di Stephen.
– O rabbia di Calibano perché non si vede la faccia in uno specchio, disse. Ci fosse ancora Wilde a vederti!
Tirandosi indietro e puntando il dito, Stephen disse con amarezza:
– È un simbolo dell’arte irlandese. Lo specchio incrinato d’una serva.
(Giulio De Angelis, 1960, Mondadori)
– L’ho sgraffignato dalla camera della sguattera, disse Buck Mulligan. Le sta bene. La zia sceglie sempre servette insignificanti per Malachi. Per non indurlo in tentazione. E si chiama Ursula.
Ridendo di nuovo, tolse lo specchio agli occhi attenti di Stephen.
– La rabbia di Caliban per non riuscire a vedere la propria faccia allo specchio, disse. Se solo fosse vivo Wilde e ti vedesse.
Ritraendosi e puntando il dito, Stephen disse rancoroso:
– È un simbolo dell’arte irlandese. Lo specchio incrinato di una serva.
(Enrico Terrinoni, 2012, Newton Compton)
– L’ho fregato nella camera d’una sguattera, disse Buck Mulligan. Per lei come specchio va benissimo. Mia zia tiene sempre in casa delle serve bruttine per Malachi. Non indurlo in tentazione. Questa si chiama Ursula.
Ridendo ancora si portò via lo specchio sottraendolo agli sguardi curiosi di Stephen.
– La rabbia di Calibano a non riconoscersi nello specchio, disse. Ah, se il buon Oscar Wilde fosse ancora vivo e potesse vederti!
Tirandosi indietro e puntando il dito, Stephen dichiarò amaramente:
– Quello è un simbolo dell’arte irlandese. Lo specchio sbrecciato d’una serva.
(Gianni Celati, 2013, Einaudi)
Ho inoltre citato la prefazione al Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde del 1890:
The nineteenth century dislike of realism is the rage of Caliban seeing his own face in a glass. The nineteenth century dislike of romanticism is the rage of Caliban not seeing his own face in a glass.
L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso nello specchio. L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il proprio volto riflesso nello specchio.
Sempre di Oscar Wilde ho citato un passo da "The decay of lying" ovvero "La decadenza della menzogna" del 1889:
What do you mean by saying that life, "poor, probable, uninteresting human life," will try to reproduce the marvels of art? I can quite understand your objection to art being treated as a mirror. You think it would reduce genius to the position of a cracked looking glass. But you don't mean to say that you seriously believe that Life imitates Art, that Life in fact is the mirror, and Art the reality?
Che cosa vuoi dire affermando che la vita, “la povera, probabile, tanto poco interessante vita umana”, tenterà di riprodurre le meraviglie dell’arte? Io posso capire abbastanza la tua obiezione all’arte che viene trattata come uno specchio. Tu pensi che ridurrebbe il genio alla posizione di uno specchio rotto. Ma non intendi affermare che credi seriamente che la Vita imita l’Arte, che la Vita in definitiva è lo specchio e l’Arte la realtà?
Ed infine questi versi da "The Wasteland /  La Terra desolata" di Thomas S. Eliot del 1922:
What are the roots that clutch, what branches grow
Out of this stony rubbish? Son of man,
You cannot say, or guess, for you know only
A heap of broken images
Quali sono le radici che s’afferrano, quali i rami che crescono
Da queste macerie di pietra? Figlio dell’uomo,
Tu non puoi dire, né immaginare, perché conosci soltanto
Un cumulo d’immagini infrante