Alzò il dito indice e sferzò l’aria con fare da vecchio, prima che fosse la sua voce a parlare.
– Si ricordi di queste mie parole, Mr Dedalus, disse. L’Inghilterra è in mano agli ebrei. In tutte le posizioni più in alto: la finanza, la stampa. E sono loro la cifra del decadimento di una nazione. Ovunque si riuniscano, fagocitano la forza vitale di una nazione. Vi ho assistito in questi anni. Quant’è vero che siamo qui sia io che lei, sicuramente i commercianti ebrei si staranno già dedicando alle loro opere distruttive. La vecchia Inghilterra sta morendo.
Si fece agilmente da parte, gli occhi che attraversando un ampio raggio di sole si coloravano di azzurra vitalità. Fece dietro front e poi tornò dov’era prima.
– Morendo, disse, se non è ancora morta.
Pianti di puttana, per ogni itinerario
Alla vecchia Inghilterra cuciranno il sudario.
I suoi occhi sbarrati come presi da visione fissi e severi attraverso il raggio di sole in cui si fermò.
– Un commerciante, disse Stephen, è uno che compra a buon mercato e vende a caro prezzo, ebreo o gentile che sia, non trova?
– Hanno peccato contro la luce, disse Mr Deasy severo. E nei loro occhi è visibile l’oscurità. Ecco perché ancora oggi vanno errando su questa terra.
Sulle scale della borsa di Parigi uomini dalle pelli d’oro indicanti quotazioni sulle dita ingemmate. Ciance da ochette. Sciamavano chiassosi, incivili per il tempio, le menti fitte di complotti sotto goffi cappelli di seta. Non i loro: quei vestiti, quell’eloquio, quei gesti. Gli occhi lenti e sporgenti mascheravano le parole, i gesti impazienti e inoffensivi, ma conoscevano i rancori ammassati su di loro e sapevano come il proprio zelo fosse vano. Vana pazienza di accumulare e ammucchiare. Il tempo avrebbe certamente disperso tutto. Un cumulo ammucchiato al ciglio della strada: depredato e scomparso. I loro occhi conoscevano l’errare di anni e, pazienti, conoscevano il disonore della propria carne.
(...)
– Solo un momento.
– Sì, signore, disse Stephen, voltandosi verso il cancello.
Mr Deasy si fermò, respirando pesantemente e trangugiando il respiro.
– Volevo solo dirle, fece. L’Irlanda, si sa, ha l’onore di esser l’unico paese che non abbia mai perseguitato gli ebrei. Lo sapeva? No. E sa perché?
Si accigliò severo all’aria luminosa.
– Perché mai, signore, chiese Stephen, accennando un sorriso.
– Perché non li ha mai fatti entrare, disse Mr Deasy solennemente.
Una risata rigurgitante di tosse proruppe dalla gola trascinandosi una catena tintinnante di catarro. Si voltò indietro prontamente, tossendo, ridendo, con le braccia in alto a dimenarsi per l’aria.
– Non li ha mai fatti entrare, gridò di nuovo tra le risate, nel calpestare coi piedi infilati nelle ghette la ghiaia del sentiero. Ecco perché.
Sulle sue spalle sagge attraverso il disegno a scacchi delle foglie il sole scagliava perline, monete danzanti.