giovedì 16 maggio 2019

#8 Il colore verde


Il vecchio porto di Kingstown
Cos'hanno a che fare un fazzoletto, la poesia e il mare con il colore verde? Scopriamolo ascoltando le farneticazioni di Buck Mulligan, affacciato dalla torre di Sandycove, sulla baia di Dublin

Per guardare questo video su youtube, clicca qui sotto:
https://youtu.be/GnsgYdQTo8A


Ecco il testo in lingua originale del brano citato dall'Ulysses in questo video:
He came over to the gunrest and, thrusting a hand into Stephen’s upper pocket, said:
—Lend us a loan of your noserag to wipe my razor.
Stephen suffered him to pull out and hold up on show by its corner a dirty crumpled handkerchief. Buck Mulligan wiped the razorblade neatly. Then, gazing over the handkerchief, he said:
—The bard’s noserag. A new art colour for our Irish poets: snotgreen. You can almost taste it, can’t you?
He mounted to the parapet again and gazed out over Dublin bay, his fair oakpale hair stirring slightly.
—God! he said quietly. Isn’t the sea what Algy calls it: a grey sweet mother? The snotgreen sea. The scrotumtightening sea. Epi oinopa ponton. Ah, Dedalus, the Greeks! I must teach you. You must read them in the original. Thalatta! Thalatta! She is our great sweet mother. Come and look.
Stephen stood up and went over to the parapet.
Leaning on it he looked down on the water and on the mail boat clearing the harbour mouth of Kingstown.
(James Joyce 1922)
La lettura del brano originale è ad opera di Frank Delaney e tratta dal podcast ReJoyce:
https://blog.frankdelaney.com/re-joyce/

Ecco i testi delle traduzioni in italiano dall'Ulisse lette e citate in questo video:
Si avvicinò alla piazzuola e, cacciando una mano nel taschino di Stephen, disse:
– Mollaci in prestito il tuo moccichino per asciugare il rasoio.
Stephen tollerò che tirasse fuori e tenesse in mostra per un angolo un fazzoletto sporco e gualcito. Buck Mulligan pulì diligentemente la lama. Poi, percorrendo con lo sguardo il fazzoletto, disse:
– Il moccichino del bardo! Nuovo colore pittorico per i nostri poeti irlandesi: verdemoccio. Sembra di sentirselo in bocca, vero?
Risalì sul parapetto e percorse con lo sguardo la baia di Dublino, i biondi capelli querciapallida lievemente mossi.
– Dio! disse tranquillamente. Il mare è proprio come dice Algy: una dolce madre grigia, no? Il mare verdemoccio. Il mare scrotocostrittore. Epi oinopa ponton. Ah, Dedalus, i Greci. Ti devo erudire. Li devi leggere nell’originale. Thalatta! Thalatta! È la nostra grande dolce madre. Vieni a vedere.
Stephen si alzò e si accostò al parapetto. Appoggiatosi abbassò lo sguardo sull’acqua e sul postale che usciva dall’imboccatura del porto di Kingstown.
(Giulio De Angelis, 1960, Mondadori)
Salì sulla piazzola di tiro e, infilando una mano nel taschino di Stephen, disse:
– Prestami quel tuo straccio di fazzoletto ché devo pulirmi il rasoio.
Stephen lo lasciò fare mentre questi estraeva un fazzoletto sporco e spiegazzato, e lo metteva in mostra tenendolo per un angolo. Buck Mulligan ripulì per benino la lama del rasoio. Poi, guardando il fazzoletto, disse:
– Lo straccio da naso del bardo. Un nuovo colore artistico per i nostri poeti irlandesi: verdemocciolo. Si sente quasi il sapore, no?
Montò di nuovo sul parapetto per osservare la baia di Dublino, con i capelli color quercia chiara lievemente scarmigliati.
– Dio, disse con calma. Ecco come lo chiama Algy il mare: una grande dolce madre. Il mare verdemocciolo. Mare scrotorestringente. Epi oinopa ponton. Ah, Dedalus, i greci. Devo insegnartelo io. Bisogna che tu li legga in originale. Thalatta! Thalatta! È la nostra grande dolce madre. Guarda qua.
Stephen si alzò in piedi per dirigersi verso il parapetto. Appoggiandosi osservò l’acqua dall’alto e la nave postale che lasciava l’imboccatura del porto di Kingstown.
(Enrico Terrinoni, 2012, Newton Compton)
Venne avanti nella piazzola e ficcò una mano nel taschino di Stephen dicendo:
– Prestami il tuo straccetto da naso, devo pulire il rasoio.
Stephen lasciò che gli tirasse fuori il fazzoletto sudicio e sgualcito, e lo tenesse per un angolo in bella mostra. Buck Mulligan pulí diligente il rasoio. Poi scrutando il fazzoletto disse:
– Il porta-moccio del bardo. Un nuovo colore artistico per i nostri poeti irlandesi: il verde caccola di naso. Dà l’impressione di sentirne il gusto in bocca, vero?
Salí di nuovo sul parapetto e lasciò spaziare lo sguardo sulla baia di Dublino, con la sua bionda chioma color quercia pallida lievemente mossa dalla brezza.
– Dio, disse calmo. Il mare è proprio come lo chiama Algy, una dolce madre grigia, no? Mare verde caccola. Mare scroto-costrittore. Epi oinopa ponton. Ah, Dedalus, i greci! Devo insegnarti. Devi leggerli nell’originale. Thalatta! Thalatta! La grande dolce madre. Vieni qui a vedere.
Stephen si drizzò in piedi e andò al parapetto. Appoggiandosi guardò in giú l’acqua e il battello postale che stava uscendo dall’imboccatura di Kingstown.
(Gianni Celati, 2013, Einaudi)
Ho citato anche alcuni versi dalla poesia "Easter 1916 / Pasqua 1916" del 1921 di William Butler Yeats:
MacDonagh and MacBride
And Connolly and Pearse
Now and in time to be,
Wherever green is worn,
Are changed, changed utterly:
A terrible beauty is born.
MacdDnagh, Macbride,
Connoly, Pearse
Ora e nei tempi che verranno,
In ogni luogo in cui si indossi il verde,
Sono mutati, mutati interamente:
Una terribile bellezza è nata.
(Trad. Roberto Sanesi, 1974, Mondadori)
Infine ho citato dei versi da "The triumph of time / Il trionfo del tempo" del 1866 di Algernon Charles Swinburne:
I will go back to the great sweet mother,
Mother and lover of men, the sea. 
Io ritornerò alla grande dolce madre
Madre e amante degli uomini, il mare. 

mercoledì 1 maggio 2019

#7 Una pantera nera

Pantera nera o lonza maculata?

C'è un clima teso fra i tre ospiti nella Torre Martello di Sandycove. Si parla di sogni, pantere nere e spari. E si parla di un famoso scrittore esiliato che con la sua immensa opera ha rivoluzionato il linguaggio nella letteratura. Ma che non è Joyce, bensì il sommo poeta da lui tanto amato: Dante Alighieri.

Per guardare questo video su youtube, clicca qui sotto:
https://youtu.be/-htNZQjypKY

Ecco il testo in lingua originale del brano citato dall'Ulysses in questo video:
— He was raving all night about a black panther, Stephen said. Where is his guncase?
— A woful lunatic! Mulligan said. Were you in a funk?
— I was, Stephen said with energy and growing fear. Out here in the dark with a man I don't know raving and moaning to himself about shooting a black panther. You saved men from drowning. I'm not a hero, however. If he stays on here I am off.
(James Joyce 1922)
La lettura del brano originale è ad opera di Frank Delaney e tratta dal podcast ReJoyce:
https://blog.frankdelaney.com/re-joyce/

Ecco i testi delle traduzioni in italiano dall'Ulisse lette e citate in questo video:
– Ha delirato tutta la notte di una pantera nera, disse Stephen. Dov’è la fonda del suo fucile?
– Un miserabile pazzo, disse Mulligan. Hai avuto fifa?
– Eccome, disse Stephen con energia e con crescente paura. In un posto simile al buio con un uomo che non conosco, che delira e geme tra sé di sparare a una pantera nera. Tu hai salvato uomini che stavano per affogare. Ma io, non sono un eroe. Se resta qui lui me ne vado io.
(Giulio De Angelis, 1960, Mondadori)
– Tutta la notte a farneticare di una pantera nera, disse Stephen. Dove sta la fondina della sua pistola?
– Povero lunatico, fece Mulligan. Hai avuto fifa?
– Certo, disse Stephen, deciso e sempre più impaurito. Quaggiù al buio in compagnia di uno sconosciuto farneticante che medita tra sé e sé di sparare a una pantera nera. Hai salvato persone che stavano per annegare, tu. Ma io non sono un eroe. Se resta, me ne vado.
(Enrico Terrinoni, 2012, Newton Compton)
– Tutta la notte ha farneticato su una pantera nera, fece Stephen. Dov’è che tiene il fucile?
– Un lunatico coi fiocchi, rispose Mulligan. Hai avuto fifa?
– Sicuro, disse Stephen energicamente e con l’aria ancor piú spaurita. Là al buio con un tale che non conosco, che delira e borbotta tra sé di sparare a una pantera nera. Tu hai salvato della gente che stava per annegare, ma io non sono un eroe. Se lui resta io vado via.
(Gianni Celati, 2013, Einaudi)
Ho citato anche alcune terzine dell'Inferno dalla Divina Commedia di Dante. Dal canto primo:
Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggera e presta molto,
che di pel macolato era coverta;
e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi ’mpediva tanto il mio cammino,
ch’i’ fui per ritornar più volte volto.
 Dal canto sedicesimo:
Io avea una corda intorno cinta,
e con essa pensai alcuna volta
prender la lonza a la pelle dipinta.
Poscia ch’io l’ebbi tutta da me sciolta,
sì come ’l duca m’avea comandato,
porsila a lui aggroppata e ravvolta.
Ond’ei si volse inver’ lo destro lato,
e alquanto di lunge da la sponda
la gittò giuso in quell’alto burrato.
E dal canto diciassettesimo:
Ecco la fiera con la coda aguzza,
che passa i monti e rompe i muri e l'armi!
Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza! 
Infine, ho nuovamente fatto riferimento alla seguente preghiera del rito di San Pio V della celebrazione eucaristica, di cui avevamo già parlato nel nostro primo video
https://www.ritrattodiulisse.com/2019/04/1-incontriamo-buck-mulligan.html
Praecinge me, Domine, cingulo puritatis, et exstingue in lumbis meis humorem libidinis; ut maneat in me virtus continentiae et castitatis.
Cingimi, Signore, con il cingolo della purezza e liberami dalle passioni della libidine, affinché rimanga sempre in me la virtù della continenza e della castità.