martedì 26 marzo 2019

#4 Nomi assurdi: Dedalus

Il minotauro nel labirinto di Dedalo
I tratti somatici del volto di Buck Mulligan e il nome di Stephen Dedalus, rievocheranno illustri personaggi del passato: incontreremo, storicamente dal più recente, Papa Alessandro VI di Borgia, Santo Stefano protomartire e infine Dedalo e Icaro. Sempre dal passato scomoderemo (e sarà solo la prima di tante occasioni) i versi del sommo poeta, Dante Alighieri, per la cui Divina Commedia Joyce provava una profonda ammirazione.

Per guardare questo video su youtube, clicca qui sotto:
https://youtu.be/_gNMWdhVOr8

Ecco il testo in lingua originale del brano citato di questo video:
He skipped off the gunrest and looked gravely at his watcher, gathering about his legs the loose folds of his gown. The plump shadowed face and sullen oval jowl recalled a prelate, patron of arts in the middle ages. A pleasant smile broke quietly over his lips.
— The mockery of it! he said gaily. Your absurd name, an ancient Greek!
(James Joyce 1922)
La lettura del brano originale è ad opera di Frank Delaney e tratta dal podcast ReJoyce:
https://blog.frankdelaney.com/re-joyce/

Ecco i testi delle traduzioni in italiano lette e citate in questo video:
Saltò giù dalla piazzuola e guardò gravemente il suo osservatore, raccogliendosi intorno alle gambe le pieghe volanti della vestaglia. Il nereggiante viso paffuto e la proterva mascella ovale rammentavano un prelato, protettore delle arti del medioevo. Un amabile sorriso si diffuse pacatamente sulle sue labbra.
– Che canzonatura! disse gaio. Quel tuo nome assurdo, da greco antico.
(Giulio De Angelis, 1960, Mondadori)
Saltò giù dalla piazzola di tiro e serio, nel raccogliere intorno alle gambe le pieghe della vestaglia in libertà, squadrava il suo spettatore. Il viso pingue e adombrato e la mascella ovale e arcigna ricordavano le sembianze d’un prelato, mecenate medievale. Un sorriso gioviale s’affacciò pacato tra le labbra.
– Che presa in giro, disse gaio. Il tuo nome assurdo, un antico greco.
(Enrico Terrinoni, 2012, Newton Compton)
Saltò giú dalla piattaforma del bastione e restò a fissare con aria seria il suo osservatore, avvolgendosi i lembi fluttuanti della vestaglia intorno alle gambe. Il viso pasciuto con zone d’ombra e mandibola ovale aggrondata poteva far pensare a un prelato, un protettore delle arti nel medioevo. Un sorriso simpatico si fece strada pacificamente sulle sue labbra.
– Che cosa ridicola, disse in tono gioviale. Quel tuo nome assurdo, da greco antico.
(Gianni Celati, 2013, Einaudi)
Ho inoltre citato alcuni versi del canto XVII dell'Inferno della Divina Commedia di Dante:
né quando Icaro misero le reni
sentì spennar per la scaldata cera,
gridando il padre a lui «Mala via tieni!»
E il seguente brano da "A Portrait of the Artist as a Young Man" ovvero "Il ritratto dell'artista da giovane" scritto da James Joyce nel 1914:
APRIL 26. Mother is putting my new secondhand clothes Free eBooks at Planet eBook.com 317 in order. She prays now, she says, that I may learn in my own life and away from home and friends what the heart is and what it feels. Amen. So be it. Welcome, O life, I go to encounter for the millionth time the reality of experience and to forge in the smithy of my soul the uncreated conscience of my race.
APRIL 27. Old father, old artificer, stand me now and ever in good stead.
26 APRILE Mamma mi sta mettendo in ordine i miei vestiti nuovi di seconda mano. Adesso lei prega, dice, che io possa imparare nella mia vita, lontano da casa e dagli amici, cosa è il cuore e quello che sente. Amen. Così sia. Benvenuta, o vita, vado a incontrare per la milionesima volta la realtà dell’esperienza e a forgiare nella fucìna della mia anima la coscienza increata della mia razza.
27 APRILE Antico padre, antico artefice, vienimi ora e sempre in aiuto.
(Traduzione Marina Emo Capodilista, 1973, Newton Compton)

venerdì 8 marzo 2019

#3 Un po' di blasfemia

Giovanni Crisostomo
In questo brano siamo Buck Mulligan dà il meglio di sé esibendosi in un'irriverente parodia della liturgia eucaristica. Troveremo in queste righe riferimenti blasfemi e addirittura satanici. Mentre Stephen Dedalus assiste suo malgrado alla parodia, ci troveremo alle prese con il primo accenno di monologo interiore del romanzo, anche se il monologo è composto forse di una sola parola: Crisostomo.

Per guardare questo video su youtube, clicca qui sotto:
https://youtu.be/sbTSXgSzZRk

Ecco il testo in lingua originale del brano citato di questo video:
He added in a preacher’s tone:
- For this, O dearly beloved, is the genuine Christine: body and soul and blood and ouns. Slow music, please. Shut your eyes, gents. One moment. A little trouble about those white corpuscles. Silence, all.
He peered sideways up and gave a long low whistle of call, then paused awhile in rapt attention, his even white teeth glistening here and there with gold points. Chrysostomos. Two strong shrill whistles answered through the calm.
- Thanks, old chap, he cried briskly. That will do nicely. Switch off the current, will you?
(James Joyce 1922)
La lettura del brano originale è ad opera di Frank Delaney e tratta dal podcast ReJoyce:
https://blog.frankdelaney.com/re-joyce/

Ecco i testi delle traduzioni in italiano lette e citate in questo video:
Poi con un tono da predicatore:
– Perché questo, o miei diletti, è il genuino cristino: corpo e anima e sangue e angue. Musica adagio, di grazia. Chiudete gli occhi, rispettabile pubblico. Un momento. C’è un piccolo guaio con quei corpuscoli bianchi. Silenzio, tutti.
Sogguardò di sghembo e lanciò un lungo sordo fischio di richiamo, poi con rapita attenzione fece una pausa, e i denti bianchi e regolari gli brillavano qua e là di schegge d’oro. Crisostomo. In risposta due forti fischi acuti attraversarono la quiete.
(Giulio De Angelis, 1960, Mondadori)
Poi aggiunse, con tono da predicatore:
– È questa, infatti, miei carissimi, la vera Cristina: corpo e anima e sangue e piaghe. Musica lenta, prego. Chiudete gli occhi, signori. Un momento. Qualche problema con quei globuli bianchi. Silenzio, tutti.
Lanciò uno sguardo di lato e fece partire un grave e lungo fischio di richiamo, poi si fermò un momento in attenzione estatica, i denti bianchi e regolari scintillanti d’oro in più punti. Crisostomo. Due fischi robusti e striduli risposero nella calma.
– Grazie, vecchio mio, gridò forte. Basta così. Stacca la corrente, bene?
(Enrico Terrinoni, 2012, Newton Compton)
E aggiunse con voce da predica:
– Poiché questa, o miei dilettissimi, è genuina e cristina sostanza, corpo e anima, sangue e liquame e via discorrendo. Musica lenta, prego. Chiudete gli occhi, signore e signori. Un momentino. Un po’ di fastidio con quei corpuscoli bianchi? Fate tutti silenzio.
Diede una guardata indagatrice di sbieco e lanciò un lungo fischio di richiamo a note basse, indi fece una pausa in assorto ascolto, coi bianchi denti regolari che gli brillavano qua e là a barbagli d’oro. Chrysostomos. Seguirono due fischi forti e acuti traversando la quiete.
– Grazie, vecchio mio, fece Buck con tono vispo. Può bastare. Spegni la luce, ti spiace?
(Gianni Celati, 2013, Einaudi)